Santorini in crisi per i terremoti: migliaia in fuga dall’Isola ormai deserta

Santorini è scossa da un'intensa attività sismica, con migliaia di persone che abbandonano l'isola per la paura di tragedie imminenti. Situazione critica in corso.

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Santorini: Isola in crisi per l’attività sismica, migliaia di persone fuggono in cerca di sicurezza

Santorini, una delle mete turistiche più celebri della Grecia, è scossa da un’intensa attività sismica che dura ormai da quasi due settimane. L’isola, un tempo meta di migliaia di turisti e residenti, è diventata una “isola fantasma”.

La continua sequenza di terremoti ha spinto molti a lasciare Santorini, temendo il peggioramento della situazione e la possibilità di una tragedia su larga scala. Gli abitanti e i visitatori, in fuga dalla paura, stanno abbandonando l’isola in massa, con una forte preoccupazione per i futuri sviluppi.

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Le conseguenze della crisi sismica su Santorini

Secondo le informazioni diffuse da fonti locali, Santorini sta vivendo una trasformazione drammatica. Le sue pittoresche strade e i tradizionali vicoli sono ormai deserti, e gran parte delle attività commerciali sono rimaste chiuse.

Il rischio di frane e crolli di edifici storici ha spinto le autorità a limitare l’accesso a numerosi punti dell’isola. Le misure precauzionali, adottate per salvaguardare la sicurezza, hanno reso l’ambiente ancora più ostile e insostenibile. Di recente, gruppi di esperti provenienti da Atene sono arrivati sull’isola per condurre ispezioni approfondite sugli edifici a rischio.

L’evacuazione delle persone è in corso a un ritmo sostenuto: più di 11.000 persone hanno lasciato Santorini, di cui circa 7.000 a bordo di traghetti, insieme a 1.200 veicoli, mentre gli altri 4.000 hanno scelto di partire in aereo, come riportato dal quotidiano Prototema. La situazione di incertezza è palpabile, e molti dei residenti rimasti sull’isola hanno deciso di dormire all’aperto, temendo ulteriori scosse di maggiore intensità.

La continua sequenza sismica e le previsioni dei geologi

Nel frattempo, la Protezione Civile ha dichiarato lo stato di emergenza in tutta la regione, estendendolo fino al 1° marzo, con l’obiettivo di monitorare l’evoluzione della situazione e mettere in atto misure tempestive in caso di nuovi eventi sismici.

Secondo i dati forniti dal Laboratorio di Sismologia dell’Università di Atene, dal 26 gennaio al 4 febbraio sono stati registrati oltre 7.700 terremoti tra Santorini e l’isola vicina di Amorgos, di cui più di 6.000 con magnitudo superiore a 1. La situazione non accenna a migliorare, con un nuovo terremoto di magnitudo 4,8 che ha colpito la zona venerdì mattina. Nei giorni precedenti, tra le 7:00 e le 8:00, si sono verificati 11 scosse.

Secondo il direttore dell’Istituto Geodinamico di Atene, Vasilis Karastathis, la situazione si trova in una fase di stabilità, ma potrebbe evolvere rapidamente. “Abbiamo avuto una notte relativamente tranquilla giovedì scorso, ma dobbiamo essere cauti e non abbassarci la guardia”, ha dichiarato Karastathis.

Gli esperti geologici hanno formulato vari scenari riguardo all’evoluzione della crisi sismica. Secondo l’Organizzazione di Pianificazione e Protezione Sismica della Grecia (OASP), la scossa più forte potrebbe essere di magnitudo 5,5-5,6, un valore sufficiente a dissipare l’energia accumulata nella zona. Non si esclude però anche la possibilità di un evento estremamente devastante, con una magnitudo di 6 gradi, sul quale le autorità stanno preparando piani di intervento dettagliati per fronteggiare l’emergenza, come ha precisato Efthimios Lekkas, presidente dell’OASP.

In sintesi, Santorini sta attraversando una crisi senza precedenti, con una forte attività sismica che continua a tenere in allerta la popolazione e le autorità, con la speranza che la situazione possa migliorare nei prossimi giorni. L’isola, un tempo simbolo della bellezza e della tranquillità greca, è ora un simbolo della fragilità della natura e dei rischi a cui sono esposti i territori ad alta attività sismica.



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