Perché alcune persone si orientano meglio di altre?
Secondo gli esperti, mentre alcuni sembrano avere un dono naturale per l'orientamento, altri di noi possono migliorare le proprie capacità se sono disposti a esplorare e prestare maggiore attenzione a ciò che ci circonda.
La Scienza della Orientazione: Perché Alcuni Si Perdonno Meno di Altri
Chiunque abbia mai tentato di esplorare una città sconosciuta può aver notato una differenza sorprendente tra le persone: mentre alcuni sembrano avere un “GPS interno” che li guida senza sforzo, altri possono perdersi anche nei luoghi più familiari.
Questa abilità varia da persona a persona e ha attirato l’attenzione della comunità scientifica per decenni. Recenti studi stanno gettando nuova luce su perché alcune persone sembrano orientarsi meglio di altre, rivelando che l’abilità di orientarsi dipende da una combinazione di genetica, esperienza e ambiente.
Genetica e Esperienza: Una Combinazione Complessa
Sebbene la genetica giochi un ruolo nel determinare le nostre capacità di orientamento, le ricerche dimostrano che l’esperienza e l’ambiente influenzano in misura considerevole. Margherita Malanchini, psicologa del sviluppo alla Queen Mary University di Londra, ha condotto uno studio nel 2020 per indagare l’influenza della genetica sulla capacità di orientamento. Il suo studio ha coinvolto oltre 2.600 gemelli identici e non identici, che sono stati testati in un ambiente virtuale.
I risultati hanno rivelato che la genetica influisce solo parzialmente sulla nostra capacità di orientamento. Malanchini spiega: “Il fattore più rilevante è quello che i genetisti chiamano ‘ambiente non condiviso’, ovvero le esperienze uniche che ogni persona accumula nel corso della vita”. In altre parole, non nasciamo con un senso dell’orientamento perfetto; è qualcosa che sviluppiamo con la pratica e l’esperienza.
Il Ruolo dell’Ambiente e della Cultura
Il contesto in cui cresciamo e le esperienze che viviamo sono fondamentali per il nostro sviluppo orientativo. Un esperimento su larga scala condotto da Hugo Spiers, neuro-scienziato cognitivo presso l’University College London, ha dimostrato l’importanza di questi fattori. In collaborazione con la compagnia T-Mobile, Spiers e il suo team hanno creato un gioco mobile chiamato ‘Sea Hero Quest’. Questo gioco virtuale sfida i giocatori a navigare e trovare punti di controllo.
Con circa 4 milioni di partecipanti a livello globale, lo studio ha rivelato che le persone provenienti dai paesi nordici, dove le attività di orientamento sono comuni, tendono a essere più abili nella navigazione. Inoltre, i risultati hanno mostrato che chi vive in aree rurali si orienta meglio rispetto a chi abita in aree urbane. Tra le città, quelle con strade più caotiche, come le città europee antiche, hanno prodotti migliori orientatori rispetto a città con griglie stradali più ordinate, come Chicago.
Questi risultati indicano chiaramente che le esperienze e l’ambiente in cui viviamo giocano un ruolo cruciale nello sviluppo del nostro senso dell’orientamento. Spiers osserva:
“Gli individui che crescono in ambienti che richiedono la costruzione di mappe mentali più complesse, come le città con strade irregolari, tendono a essere migliori nell’orientamento”.
Differenze di Genere nell’Orientamento
Una questione di particolare interesse è la differenza di genere nelle capacità di orientamento. Tradizionalmente, si è ritenuto che gli uomini abbiano un migliore senso dell’orientamento rispetto alle donne. Tuttavia, studi recenti suggeriscono che questa differenza sia più legata alla cultura e all’esperienza che a una predisposizione innata.
Nei paesi nordici, dove l’uguaglianza di genere è alta, la differenza nelle abilità di navigazione tra uomini e donne è quasi inesistente. Al contrario, in paesi del Medio Oriente, dove le donne hanno restrizioni culturali nella loro esplorazione, gli uomini tendono a superare le donne in queste abilità.
Helen Elizabeth Davis, antropologa alla Arizona State University, ha studiato la comunità indigena Tsimane in Amazzonia boliviana, dove uomini e donne percorrono distanze simili e mostrano competenze di localizzazione comparabili.
Davis spiega: “La cultura Tsimane incoraggia i bambini a esplorare ampiamente la giungla, risultando in abilità di orientamento equivalenti tra uomini e donne”. Questi risultati dimostrano che l’accesso equo all’esplorazione sin dalla giovane età può livellare le competenze tra i sessi.
Costruzione di Mappe Mentali
Un aspetto cruciale dell’orientamento è la capacità di costruire e mantenere una mappa mentale. Questo concetto, noto come “conoscenza di survey” (survey knowledge in inglese), permette alle persone di orientarsi e trovare percorsi alternativi quando si trovano in luoghi sconosciuti o deviando dal loro percorso originario.
Dan Montello, geografo e psicologo della University of California, Santa Barbara, spiega l’importanza di questa abilità: “Quando hai solo percorsi predefiniti, non puoi essere creativo nel superare gli ostacoli”.
Le persone con un buon senso dell’orientamento possono alternare tra diverse strategie di localizzazione in base alla situazione, utilizzando punti di riferimento quando disponibili e ricorrendo a mappe mentali in situazioni più complesse.
L’Impatto della Tecnologia sull’Orientamento
Con l’aumento dell’uso della tecnologia GPS, c’è stata una diminuzione dell’abilità di orientarsi senza aiuto. Louisa Dahmani e Véronique Bohbot, neuro-scienziate della McGill University, hanno pubblicato uno studio nel 2020 che dimostra come l’uso frequente del GPS sia associato a un deterioramento nella capacità di orientarsi senza assistenza. La loro ricerca suggerisce che la dipendenza dal GPS può ridurre la nostra capacità di orientamento indipendente.
Per migliorare il proprio senso dell’orientamento, gli esperti consigliano di prestare maggiore attenzione alle direzioni cardinali e ai punti di riferimento prominenti. Steven Weisberg, neuro-scienziato cognitivo dell’Università della Florida, suggerisce: “L’unico modo per imparare a orientarsi in un nuovo luogo è prestare attenzione ai punti cardinali o a riferimenti chiari come l’oceano”.
Capacità di orientarsi? Complesso interplay tra genetica, esperienza e ambiente
In sintesi, la capacità di orientarsi è il risultato di un complesso interplay tra genetica, esperienza e ambiente. Mentre la genetica può influenzare in parte questa abilità, l’esperienza e il contesto in cui viviamo giocano un ruolo cruciale nello sviluppo del nostro senso dell’orientamento.
Le differenze di genere e l’impatto della tecnologia sono aspetti rilevanti che influenzano la nostra capacità di orientarci. Attraverso la pratica e l’attenzione consapevole, possiamo migliorare la nostra abilità di orientamento e sviluppare una maggiore indipendenza nella navigazione degli spazi che ci circondano.