Shock sull’isola thailandese di Ko Phangan. Un bambino di nove anni è stato morso e ucciso da una “medusa scatola” che nuotava in mare. L’incidente è avvenuto sabato a Ko Phangan, un’isola vicina alla popolare destinazione turistica Ko Samui.
Secondo il “Jerusalem Post” sabato un bambino di nove anni è entrato in contatto con una medusa molto pericolosa mentre faceva il bagno. Il bambino era nell’acqua poco profonda proprio accanto alla spiaggia quando improvvisamente ha gridato spaventato ed è corso dai suoi genitori.
I paramedici avrebbero fatto tutto quanto umanamente possibile per il bambino sul posto, ma è stato vano. I medici del vicino ospedale in Thailandia hanno potuto solo determinare la morte del figlio di una famiglia di emigranti israeliani.
Secondo il Times of Israel, una “medusa scatola” potrebbe essere responsabile della morte del ragazzo. Il suo veleno è uno dei più potenti del regno animale. Un bambino che entra in contatto con i tentacoli della specie Chironex fleckeri muore nel giro di pochi minuti. È conosciuta come “Box Jellyfish“, detta anche “medusa-vespa” o “medusa scatola” e il suo veleno può essere letale per gli uomini, vive soprattutto nelle acque calde dell’Indo-Pacifico tra Australia e Filippine mentre non è presente nel mar Mediterraneo.
Come lo è stato anche per Gaia Trimarchi, bimba italo-filippina di 7 anni, uccisa il 26 luglio 2018, dopo che ne è venuta a contatto mentre raccoglieva delle conchiglie nelle acque dell’isola di Sabitang Laya, nelle Filippine. La tragedia di Gaia aveva scatenato polemiche furiose sulla mancanza di misure di sicurezza e sui ritardi nei soccorsi. E perché una settimana prima aveva perso la vita un’altra bimba. Nessuno aveva avvertito i vacanzieri che la zona è infestata da queste specie di meduse, non c’erano divieti di alcun genere.
È una specie molto pericolosa per l’uomo e ha ha tentacoli che possono arrivare fino ai 3 metri. Gli effetti del contatto si manifestano in tre minuti: spasmi, seguiti da paralisi, arresto cardiocircolatorio ed il decesso in pochi minuti. Secondo gli esperti, è essenziale, in questi casi, l’aceto che può contribuire a “neutralizzare il veleno”, riducendone l’impatto.
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