Una vista mozzafiato sul Mar dei Caraibi, appartamenti rifiniti con materiali di pregio come il legno di parota e il granito, a pochi minuti dalla spiaggia. Il tutto a partire da 200.000 dollari. Bastava aggiungere un extra per ottenere arredi in stile boho chic, lavandini scolpiti nella pietra e accesso a servizi esclusivi: piscine panoramiche, corsi di yoga all’alba, spa e piste ciclabili private.
Era questa l’offerta irresistibile che, tra il 2020 e il 2022, ha attirato centinaia di acquirenti stranieri verso Tulum, la perla emergente della Riviera Maya, in Messico. Ma ciò che sembrava un paradiso, si è trasformato in un incubo per molti di loro.
Come raccontato su bloomberg.com una delle vittime è Erin Norris, impiegata in un centro di sviluppo dati ad Austin, Texas. Affascinata dall’ambiente naturale, dalla gente accogliente e dalla possibilità di vivere il suo sogno tropicale, nel 2021 firmò un contratto per un appartamento da 1500 piedi quadrati nel complesso Solemn Skyview, progettato dal gruppo immobiliare Akela Development. Prezzo pattuito: 191.000 dollari. Norris versò 107.000 dollari – praticamente tutti i suoi risparmi – ma l’immobile non è mai stato costruito. E probabilmente non lo sarà mai.
L’impresa edile, nel frattempo, è svanita nel nulla. Uno dei tre fondatori è stato ritrovato morto su una spiaggia, il secondo si è tolto la vita nel 2024, il terzo è irreperibile e si ritiene abbia lasciato il paese. La società ha promesso 245 unità distribuite in sei progetti, ma ne ha consegnate solo 30. Altre costruzioni sono ferme a metà o non sono mai iniziate.
Durante la pandemia di Covid-19, Tulum ha vissuto un boom immobiliare senza precedenti. Il prezzo della terra, allora ancora coperta da giungla incontaminata, era contenuto e le restrizioni sanitarie in Messico minime rispetto ad altri paesi. La località offriva qualcosa per tutti:
Ma proprio questo sviluppo rapido ha reso la città vulnerabile a speculazioni, truffe e operazioni opache.
Avvocati locali stimano che centinaia di acquirenti siano rimasti coinvolti in situazioni simili a quella vissuta da Norris. Si tratta perlopiù di investitori della classe media, per la maggior parte stranieri, che volevano una seconda casa o un immobile da affittare su piattaforme come Airbnb. Ora molti di loro hanno perso tutto, tra caparre, spese legali e viaggi per tentare di recuperare l’investimento.
La situazione legale in Quintana Roo, lo stato messicano in cui si trova Tulum, è complicata e spesso poco trasparente. Molti sviluppatori non disponevano di permessi edilizi, studi geologici o addirittura non erano i legittimi proprietari dei terreni. Alcuni progetti sono stati costruiti su terreni rubati o oggetto di controversie legali, come emerso nei casi di Solemn Skyview e Solemn Lagoon.
Uno dei casi più emblematici è quello di Tara Longwell, che ha investito 163.000 dollari per un appartamento da 393.500 dollari, attratta dalla promessa che per ogni unità venduta ne sarebbe stata costruita una per una famiglia bisognosa.
Ma l’appeal etico dell’iniziativa si è scontrato con una realtà ben diversa: il terreno risultava già intestato a una cittadina di origini ucraine, Liubov Prudkovskaya, che ha intentato causa per falsificazione di documenti e esproprio illegale. Prudkovskaya è deceduta nel 2023, senza aver ottenuto giustizia.
Il caso Akela non è isolato. Il progetto Laguna Azul, iniziato nel 2018 da Amir Neustdt, aveva attirato 35 acquirenti internazionali. Nonostante l’80% dell’edificio fosse completo nel 2019, Neustdt dichiarò bancarotta, accese un prestito di 1,6 milioni di dollari e non fu in grado di rimborsarlo. Il creditore, Luis Felipe Alva Hernandez, prese possesso dell’immobile, lo rinominò “Xunic Tulum” e lo rivendette, escludendo completamente i primi acquirenti.
Secondo l’avvocato Francisco Siman, che rappresenta 17 investitori truffati:
“in molti casi gli sviluppatori non erano nemmeno proprietari dei terreni, oppure le proprietà erano già ipotecate. Alcuni edifici sono stati rivenduti più volte, anche due o tre volte lo stesso appartamento”.
L’impianto giuridico locale si è rivelato inefficace: giudici che si dichiarano incompetenti, avvocati che si scoprono essere ex collaboratori degli stessi sviluppatori, istituzioni che non rispondono. Alcuni investitori, esasperati, si sono rivolti perfino all’FBI nella speranza di ottenere assistenza.
Solo pochi, come Juan Aura, sono riusciti a ricevere l’immobile acquistato. Ma anche lui ha visto crollare il valore della sua proprietà in seguito al crollo del mercato immobiliare di Tulum. Dalla possibilità di affittarlo a 250 dollari a notte nel 2021, è passato a non riuscire più a trovare inquilini nel 2023.
Molti investitori, ormai, si sentono traditi due volte: prima dagli sviluppatori, poi da avvocati e autorità che avrebbero dovuto proteggerli. In chat su WhatsApp create per cercare sostegno e fare fronte comune, iniziano a serpeggiare sfiducia e paranoia. Alcuni temono che altri membri siano stati pagati per ostacolare le cause comuni.
Fonte: bloomberg.com
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