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Il turista cinese è cambiato

  • Serve offrire contenuti che rendano le mete viaggi, scoperte ed  esplorazione. Sarà sempre più difficile vedere le comitive dei viaggi di gruppo, la generazione Z e i Millennials cercano vacanze divertenti e dove possono fare esperienze.

Nel 2020, in concomitanza con le celebrazioni per il 50esimo anniversario dei rapporti diplomatici tra il nostro Paese e quello del Dragone, era stato indetto l’Anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina, posticipato ora al 2022, causa pandemia. Secondo intarget, questi due anni sono fondamentali per comprendere i nuovi trend del turismo cinese per intercettare la domanda verso le molteplici attrazioni del Belpaese.

Il modo di pensare le vacanze da parte dei turisti più giovani, come i Millennials e la Generazione Z, è cambiato rispetto ai propri genitori, infatti, sarà sempre più difficile vedere numerose comitive in viaggio, ma più spesso viaggiatori individuali in ricerca di mete divertenti e dove fare esperienza.

“Aumenta l’interesse verso l’outdoor, per itinerari legati allo sport e al turismo esperienziale individuale, mentre già nel 20191 alcune attività turistiche tematiche come escursionismo, birdwatching, diving, rafting, cicloturismo, enoturismo, musica, wellness rappresentavano il volto meno noto del turismo cinese. Il boom delle mete di nicchia turistiche in Cina, coincide con la ricerca di uno stile di vita sano e col desiderio di fare esperienze nuove, originali” afferma Stefano Generali, Managing Director di intarget China.“A trainare questo tipo di turismo sono spesso gli influencer e Internet diventa un luogo in cui approfondire e coltivare la curiosità per mete lontane, acuita dal periodo di forzata permanenza in casa”.

Se fino prima della pandemia internet era utilizzato come solo strumento per prenotare i viaggi e pernottamenti, durante il 2020 e tutt’oggi è diventato uno broadcast di contenuti. In rete non si cerca più il prodotto, ma i contenuti e dettagli che possono creare un’esperienza.

Secondo una survey condotta congiuntamente da Ivy United Travel Consulting Agency, China Kanghui Tourism Group e Asia Pacific Tourism Association, nel 2020 il 49.99% dei turisti cinesi raccoglie informazioni sulle future mete turistiche su WeChat, il 17.2% su Youku – un servizio di video hosting cinese di proprietà di Tencent – e su iQIYI – una piattaforma che diffonde contenuti video principalmente di media-lunga durata, con molti contenuti premium, di proprietà di Baidu. Il 14.14% si informa sulla piattaforma di microblogging Weibo.

Emerge che su questi principali social media i contenuti, più diffusi e popolari, per comprendere una meta turistica sono i video, seguono le foto e i contenuti che riguardano il cibo e i prodotti tipici, ma non mancano i tour virtuali e la ricerca di informazioni sulla cultura del luogo.

Il turista cinese, già per cultura attento ad ogni dettaglio, sta osservando con curiosità quanto avviene in Europa e nel resto del mondo consapevole che, contrariamente a quanto accade internamente, all’estero la situazione è ancora incerta. Ma mentre noi tendiamo a fare prenotazioni con un orizzonte temporale brevissimo, proprio per l’incertezza che caratterizza il periodo, in Cina è l’opposto. Dalla ricerca condotta da Ivy United Travel Consulting Agency, China Kanghui Tourism Group e Asia Pacific Tourism Association emerge che il 44.22% dei cinesi pianifica con 6 mesi di anticipo le proprie vacanze, sicuramente influenzato dal fatto che le loro agenzie – le online travelling cinesi – offrono la totalità del rimborso e la massima flessibilità rendendo più leggere le decisioni e di facile prenotazione” afferma Stefano Generali, Managing Director di intarget China. “Ma come in Occidente, anche in Cina, cresce il desiderio e l’aspettativa di fare un bel viaggio per staccare la spina”.

Infatti durante il Capodanno Cinese, periodo in cui centinaia di milioni di cinesi si ricongiungono alle famiglie per i festeggiamenti, il Governo Centrale ha chiesto di evitare gli spostamenti e questo ha sicuramente pesato psicologicamente sui lavoratori. Molte aziende, visto l’invito a non ritornare nei propri paesi, hanno proposto ai lavoratori di continuare a lavorare incentivandoli con aumenti salariali ottenendo una crescita del potere di acquisto medio, ma anche un maggior bisogno di limitare lo stress lavorativo. Per questo si ritiene che la domanda turistica sia in crescita.

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