Una vera e propria odissea aerea quella che sostiene di aver vissuto il 51enne Stephen Prosser, ingegnere, costretto per più di 12 ore a un volo che più scomodo non si può a causa di un vicino di posto obeso. Così, una volta tornato a casa, l’uomo, che è solito spostarsi con British Airways, non ci ha pensato due volte e ha spedito alla compagnia di bandiera inglese una “bella” citazione in giudizio con tanto di richiesta di danni.
Il viaggio da incubo si è svolto il 10 gennaio 2016. L’ingegnere era diretto da Bangkok in Thailandia a Londra Heathrow e le sue speranze di un viaggio in totale relax si infrangevano quasi subito per colpa del passeggero confinante, talmente oversize da “invadere” con la sua mole il suo sedile.
Il signor Prosser, che è solo alto 1,60 cm, afferma che il passeggero obeso era “così grande” che il suo grasso corporeo “si riversava” nel suo sedile di parecchi centimetri. Da qui, la decisione di chiedere “soccorso” al personale di bordo, che, però, spiegato che l’aereo era al completo, aggiungeva di poter fare ben poco per aiutarlo. Così ho scelto di andare per vie legali.
Prosser, commenta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, chiede un risarcimento danni per lesioni personali, affermando di essere stato costretto a storcere a lungo il corpo per evitare il contatto con l’altro passeggero riportando una lesione alla schiena e aggravando una condizione precedente, sempre alla schiena.
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