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Il bucato non si asciuga? Usa il metodo “arcobaleno”: in Asia stanno avanti anni luce

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Molti ignorano che basta cambiare disposizione ai capi per dimezzare i tempi di asciugatura (e risparmiare in bolletta).

In inverno l’asciugatrice diventa una salvezza per chi non ha un balcone o uno spazio esterno, ma non tutti sanno che il consumo elettrico di questo elettrodomestico è tra i più alti in casa. I tempi si accorciano, sì, ma il costo in bolletta cresce in modo evidente, soprattutto se si usa spesso o con carichi piccoli. Oltre al problema economico, ci sono limiti pratici e tecnici: non tutti i tessuti sopportano il calore intenso, alcuni si rovinano, si restringono o fissano macchie ancora presenti. E poi serve spazio per sistemarla. Non è la soluzione per tutti. Per questo motivo, in tanti stanno tornando a metodi alternativi di asciugatura, tra cui uno in particolare arriva dal Giappone, dove gli spazi sono ridotti e l’ottimizzazione è diventata una vera arte quotidiana.

Come funziona davvero il metodo giapponese a “arcobaleno” per stendere i panni in modo più efficace

I giapponesi lo chiamano “rainbow drying” ed è una tecnica che nasce dalla necessità: spazi stretti, clima umido, case compatte. Il principio è semplice ma sorprendentemente efficace. Si appendono i capi su una linea curva, con i vestiti più lunghi all’esterno dello stendino e quelli più corti verso il centro. Questo crea una disposizione a semicerchio, come un arco, che aumenta lo spazio tra i capi e permette una migliore circolazione dell’aria.

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Come funziona davvero il metodo giapponese a “arcobaleno” per stendere i panni in modo più efficace – travelfriend.it

Il risultato è visibile: l’umidità si disperde più facilmente, l’aria si muove meglio anche in ambienti chiusi e l’asciugatura diventa più rapida. Alcuni test domestici parlano di tempi ridotti del 30-45%. Non solo si guadagna tempo, ma si riduce il rischio che i panni bagnati creino odore di chiuso o muffa, cosa che accade spesso nelle case italiane dove si tende a stendere in bagno o nelle camere da letto.

Perché funzioni davvero, però, ci sono delle regole da seguire. Non bisogna riempire troppo lo stendino, ogni capo ha bisogno di spazio. Se si può, meglio posizionare lo stendibiancheria vicino a una finestra aperta, o comunque in un punto con buona ventilazione. L’uso di un ventilatore acceso a bassa velocità può fare la differenza, anche se l’aria si muove appena. I capi più spessi vanno appesi dove c’è più passaggio d’aria, mentre quelli leggeri possono stare al centro dell’arco. E se avete lavato tutto con una centrifuga ad alta velocità, partirete già avvantaggiati: meno acqua nel tessuto, meno tempo per asciugarlo.

Perché conviene cambiare abitudini: meno consumi, meno danni ai capi e più libertà di spazio

Uno dei problemi più sottovalutati dell’asciugatrice riguarda proprio i danni che può causare nel tempo ai vestiti. Non tutti i materiali reggono bene i cicli ad alta temperatura. Lana, seta, pizzo, applicazioni cucite a mano, paillettes: tutti questi elementi possono deformarsi, perdere colore o rovinarsi irrimediabilmente. Alcune macchie che la lavatrice non ha eliminato, una volta fissate dal calore, diventano impossibili da togliere. È come se il difetto venisse sigillato nel tessuto.

Senza contare che non tutte le case hanno spazio per un secondo elettrodomestico. Nei bagni piccoli, dove a fatica entra una lavatrice verticale, collocare un’asciugatrice diventa un problema tecnico. Anche montarla sopra la lavatrice è possibile solo se entrambe sono a carica frontale, cosa che non vale per molte abitazioni italiane più datate.

Il metodo giapponese a arcobaleno si adatta perfettamente alle nostre esigenze: non richiede spazio in più, non costa nulla, non rovina i capi, e funziona in ogni casa. In Giappone hanno anche messo a punto soluzioni più avanzate: ventilatori a parete che soffiano aria calda sul bucato, o dispositivi come gli asciugatori per futon, pensati per igienizzare i letti ma usati anche per i vestiti. Questi strumenti sono più leggeri, portatili ed efficienti rispetto a un’asciugatrice classica, e in alcuni casi consumano anche il 70% in meno di elettricità.

Sperimentare il metodo “arcobaleno” può sembrare un dettaglio, ma cambia radicalmente la gestione del bucato. Si asciuga più in fretta, si evita l’accumulo di umidità in casa, si preservano i tessuti, e si scopre un modo più consapevole di prendersi cura di ciò che indossiamo ogni giorno. A costo zero.

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