Viaggi in tempo di guerre: ecco cosa cambia per i vacanzieri e perché spendono di più

Turismo, guerra
Il turismo in tempo di guerra - (travelfriend.it)

Come cambia il turismo in tempo di guerra e di tensioni tra Stati? Ecco i nuovi trend e le nuove rotte nel 2025

Viviamo mesi in cui il panorama geopolitico globale appare più instabile che mai, con 56 conflitti in corso, il numero più alto dal periodo della Seconda Guerra Mondiale, che coinvolgono almeno 92 Paesi. L’Italia non fa eccezione in questo scenario di crescente tensione, che sta inevitabilmente influenzando anche i flussi turistici globali.

Tuttavia, nonostante la crisi, il settore turistico mondiale sta dimostrando una straordinaria capacità di adattamento e resilienza, trasformando le difficoltà in occasioni di rinnovamento.

Come cambia il turismo mondiale, in tempo di tensioni

Uno degli effetti più immediati della geopolitica turbolenta è stato il crollo dei flussi turistici in uscita da Russia e Ucraina, che prima della guerra spendevano circa 45 miliardi di dollari all’anno in viaggi internazionali. I paesi che tradizionalmente accoglievano visitatori russi, tra cui l’Italia, hanno visto un calo drastico delle presenze: l’Italia ha perso un mercato da circa 1,5-2 miliardi di euro, mentre destinazioni come Cipro hanno registrato una perdita superiore ai 500 milioni di euro. Tuttavia, dietro queste perdite, si intravede una trasformazione in atto: il turismo non si arrende, ma si adatta e rinnova, cercando nuove rotte e opportunità.

Crollo turismo Russia e Ucraina

Il crollo del turismo in Russia e Ucraina – (travelfriend.it)

Le tensioni in Medio Oriente, amplificate dalla recente escalation tra Israele e Iran, stanno modificando non solo gli equilibri geopolitici, ma anche le geografie turistiche globali. Gli attacchi americani ai siti nucleari iraniani nel giugno 2025 segnano una fase delicata per la stabilità della regione, con ripercussioni anche sulle scelte dei viaggiatori. Il conflitto India-Pakistan del mese precedente si aggiunge a un quadro globale sempre più instabile, costringendo l’industria turistica a ripensare in modo radicale le proprie strategie operative e a diversificare le destinazioni.

Nonostante questi scenari drammatici, i dati del primo trimestre 2025 mostrano una tenuta sorprendente del settore turistico. I flussi di arrivi sono diminuiti solo dell’1,1%, mentre le presenze sono sostanzialmente rimaste stabili (-0,4%), indicando una capacità di resistenza notevole. L’Italia, pur fronteggiando turbolenze geopolitiche, si conferma uno dei principali attori turistici in Europa, con il 15,2% delle presenze totali, pari a circa 448,7 milioni di presenze nel 2024. La forza del Belpaese si radica nella diversificazione della sua offerta, che spazia dal patrimonio culturale all’enogastronomia, fino a paesaggi unici che non hanno equivalenti in altre destinazioni.

Una delle trasformazioni più significative riguarda i modi in cui le persone viaggiano. L’aumento delle ricerche di viaggi nei mesi di maggio e giugno rispetto a luglio e agosto indica un cambiamento nelle preferenze dei viaggiatori, sempre più orientati verso il turismo fuori stagione. Il concetto di “destination dupes”, ovvero destinazioni alternative meno conosciute e più economiche, sta prendendo piede. I turisti sembrano preferire isole greche come Paros e Milos rispetto a Santorini, o il Guatemala rispetto ad altre destinazioni centroamericane più turistiche.

Il progresso tecnologico gioca un ruolo fondamentale in questa trasformazione. L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando l’esperienza turistica, permettendo una personalizzazione senza precedenti dei viaggi. I tour operator, grazie all’uso dell’AI, sono in grado di adattare in tempo reale le offerte alle nuove esigenze e preferenze dei viaggiatori, rispondendo a condizioni geopolitiche in continua evoluzione.

Il turismo esperienziale emerge come una delle tendenze più promettenti del futuro. Più del 67% dei viaggiatori altospendenti preferisce investire in esperienze uniche piuttosto che in beni materiali. La vera essenza del lusso, oggi, non è più nell’ostentazione, ma nella partecipazione a esperienze autentiche come una vendemmia in Toscana o la scoperta delle tradizioni di un borgo nelle Marche.

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